Tutti i cds in catalogo sono a nome mio o di Sonata Islands, l'ensemble che dirigo, fondato nel 1998.








TSQ SI 09
€9,00

Demo track

Sonata Islands TSQ (Third Stream Quartet)
Emilio Galante               flauto
Alessandro Bianchini     vibrafono
Davide Tedesco              contrabbasso
Thomas Samonati           batteria

Il tema è la “terza corrente” un movimento artistico nato negli anni 50 negli Stati Uniti, che cercò di trovare un terreno di incontro fra musica classica e jazz a testimoniare la valenza del jazz di “musica d’arte” e non più musica leggera, da ballo, come era lo swing.
Vi parteciparono musicisti jazz molto noti come Miles Davis, Gil Evans, George Russell e il Modern Jazz Quartet, e compositori, direttori d’orchestra come Gunther Schuller e Leonard Bernstein.
Da allora si sono sviluppate molte sperimentazioni in questo senso. Un esempio i progetti di Uri Caine su Mahler, Bach e Mozart. Uri Caine che alcuni anni fa fu direttore artistico della Biennale di Venezia, a testimoniare come gli ambienti del jazz e della musica colta si siano poco alla volta sempre più avvicinati.
Alcuni caratteri di questa “terza corrente” sono l’essere musica da camera, la ricerca di una rilettura della tradizione classica in veste jazzistica e last but not least una riflessione sui rapporti fra composizione e improvvisazione, fra tradizione scritta e tradizione orale.

Il quartetto presenta alcune riletture attraverso la pratica improvvisativa di musiche della tradizione classica, da Bach a Mozart, Debussy, Stravinskij, Bartok e De Falla.
Fiancheggiate da alcuni brani crossover di Chick Corea, Hubert Laws e Theo Travis, che miscelano jazz rock e musica classica.

Emilio Galante Duettino...Quartetto nach Mozart und Busoni
Emilio Galante  Bartok Medley
Manuel De Falla Danca Española
Claude Debussy Syrinx
I remember Claude (from Trois Nocturnes)
Mozart    Kappa 158
Igor Stravinsky The Spring of Igor (from Le sacre du Printemps)
James Taylor Fire & rain
Theo Travis Full Moon Rising
Bill Evans Valse
Chick Corea    Senor Mouse
Johann Sebastian Bach, Bill Evans  Valse





The Cage side of the flute SI 08
€9,00

Live track
Produzione discografica di Sonata Islands uscita nel luglio 2020
Giulio Visibelli, Carlo Nicita, Emilio Galante flauti - Luca Gusella vibrafono - Tito Mangialaio contrabbasso

L’inedita formazione di tre flauti, vibrafono e contrabbasso è un omaggio al flauto nel jazz. Il repertorio è interamente scritto da autori italiani (fra i quali Enrico Intra, Giovanni Venosta, Claudio Fasoli, Enrico Pieranunzi, Franco D’Andrea e Carlo Cattano oltre al misconosciuto flautista italo-fiammingo Til Cage, qui riscoperto). Come chicca, un arrangiamento del primo blues mai pubblicato nella storia del jazz, nel 1908, a firma dell’italo-americano Antonio Maggio.
L’organico e le sonorità del progetto si ispirano a quelle del cool jazz di ricerca degli anni Cinquanta e Sessanta, a Lee Konitz e Andrè Hodeir (che direttamente ispirano due dei brani in repertorio), a Jimmy Giuffre.

Il flautista Emilio Galante opera con spregiudicata curiosità tra il mondo della musica contemporanea, del jazz, del rock progressivo. La sua versatilità lo porta a scandagliare il mondo della musica con dovizia di progetti. Giulio Visibelli è tra i solisti più apprezzati nel panorama nazionale. Si è diplomato prima in flauto classico, poi al celebre Berklee College of Music di Boston, dove ha studiato tra gli altri con John LaPorta, George Garzone, Gary Burton. Carlo Nicita, di formazione classica, ha sempre cercato nella propria musica una concezione di sintesi tra diversi linguaggi, stili e forme musicali, toccando il jazz, la musica brasiliana, la sperimentazione. Luca Gusella opera sia in campo jazz che nella classica, passando da Giorgio Gaslini a Carlo Boccadoro, con ampio ventaglio di esperienze e collaborazioni. Tito Mangialaio Rantzer è tra i più attivi contrabbassisti in Italia. Tra le sue collaborazioni internazionali ricordiamo quelle con Lester Bowie, Herb Robertson, Roswell Rudd, George Garzone. 
Questa insolita formazione deriva il proprio nome da Til Cage (1932-1964), misconosciuto flautista belga di madre italiana che ebbe modo di collaborare con Bobby Jaspar e Gary Burton. Una volta trasferitosi a Parigi, entrò a far parte dell’orchestra di André Hodeir ed ebbe contatti con Lee Konitz e Joe Farrell, altro musicista che – al pari di Jaspar – sapeva esprimersi al meglio anche al flauto. A lui è sicuramente dedicata una composizione di Nicita, Firrantello (il vero cognome di Farrell, di origine siciliana).

Il quintetto spicca per originalità, varietà di ispirazione e ampia gamma di colori. Innanzitutto, in virtù dell’armamentario strumentale. Tutti e tre i flautisti affiancano allo strumento in Do il flauto contralto in Sol. Inoltre, Galante impiega l’ottavino, mentre Nicita si produce anche al flauto basso. Queste risorse consentono loro di imbastire densi contrappunti, fini intrecci e insiemi coesi, sostenuti dal fraseggio di impeccabile precisione di Mangialajo e impreziositi dagli intarsi disegnati da Gusella.
Come detto, l’ispirazione attinge a fonti disparate, aventi come ideali poli le intuizioni pionieristiche di Buddy Collette, Bud Shank e Teddy Charles, e la concezione cameristica (ma comunque ricca di valenze afroamericane) di James Newton. In questo ampio spettro si collocano composizioni originali in perfetto equilibrio tra pensiero jazzistico e retroterra europeo colto. A queste si aggiungono argute rielaborazioni di autori italiani, quasi tutti jazzisti.
Nell’ordine vengono affrontati il disegno melodico di Enrico Rava in Certi angoli segreti; le tensioni poliritmiche di Franco D’Andrea in Deep; le architetture dal gusto vagamente shorteriano di Claudio Fasoli in Nyspel. Seguono la briosa Radiosegnali non visti di Giovanni Venosta, noto principalmente come compositore di colonne sonore; il respiro di Per mio nonno di Enrico Intra; la generosa pulsazione, pregna di swing, di The Surprise Answer di Enrico Pieranunzi, alla quale non è da meno Line 4 del sassofonista (e flautista) Carlo Cattano. I Got The Blues, un ragtime scritto nel 1908 da Antonio Maggio, siciliano emigrato a New Orleans, chiude un’incisione dalla concezione rigorosa e coerente, ma al tempo stesso estremamente godibile. Enrico Boddi (Musica Jazz)






Quasar Burning Bright ADN 2020
€9,00

Sonata Islands Kommandoh is a hyper-eclectic ensemble .Switching genres, approaches and even core members with each project, the ensemble explores far-reaching territory from the worlds of jazz, classical, rock, experimental and - especially on their latest album “Quasar Burning Bright” - electronic music. “Quasar Burning Bright” finds the ensemble in top shape, seamless weaving modal sounds and free jazz with deep-groove funk, a touch of metal and a healthy dose of synthesizers and other electronics. The resulting sound is hinted at by the album’s title, the dazzling luminescence of an invisible and far distant star surrounded by both vast space and unexpected explosions.

QBB, Quasar Burning Bright è da considerarsi un po’ come un ossimoro:
l'abbagliante luminescenza di un’invisibile stella lontana (alla stregua di molta musica fuori dai circuiti “mainstream”), vuoti spazi siderali improvvisamente colmati con luminose e inaspettate
esplosioni.
Math, modal, funky e free jazz finalmente si incontrano, su layers di elettronica mistica e/o groovy, con un tocco di “metal”, nel senso più ampio del termine.

Il progetto è costituito da diversi elementi: partito dall’esistenza di brani pre-registrati di orientamento elettronico e elettro-acustico, realizzati da Stefano Greco (alias Fana), sui quali si sono sovrascritti temi e armonie dal sapore jazzistico (si pensi al jazz-rock-funk anni 70 di ispirazione modale: Davis, Hancock), minimalista (Nik Bärtsch) e cinematico, composti da Giovanni Venosta ed Emilio Galante.
Stefano Greco (che ha anche registrato e mixato il materiale) riprende parte attivamente alla esecuzione, “triggerando” porzioni di basi pre-registrate insieme a improvvisazioni in live electronics (trattando i suoni di flauto e batteria), mentre gli altri 4 elementi della band entrano ed escono dalle parti scritte con assoli che cercano di inglobare diversi generi musicali anche piuttosto eterogenei cronologicamente, dal punto di vista armonico e timbrico.
I musicisti della band sono
Emilio Galante, flute/ Giovanni Venosta, keyboards and singing/ Alberto N. A. Turra, electric guitar/ Stefano Grasso, drums/ Stefano Greco, programming and electronics










Relendo Villa lobos Alpha Music 2019
€9,00
Sonata Islands: Cristina Renzetti voice/ Emilio Galante flute/Gabriele Zanchini accordeon/ Michele Francesconi piano
featuring Gabriele Mirabassi clarinet/Davide Bernaro percussion

Relendo Villa-Lobos rilegge in chiave moderna l’opera di Heitor Villa-Lobos, compositore e chitarrista brasiliano scomparso nel 1959, partendo dal suo viaggio a Parigi compiuto negli anni Venti. Molto criticato in patria dove le sue composizioni - all’epoca rivoluzionarie - furono accolte con diffidenza, il compositore trascorse buona parte della sua vita fuori dal suo Paese, tuttavia tracciò un nuovo percorso per le future generazioni incrociando la tradizione musicale brasiliana con quella europea. Nato da uno spettacolo dal vivo co-prodotto con Trentino Jazz e registrato tra il 23 e 24 febbraio presso il Marzi Recording Studio di Riccione, il disco vede la partecipazione di Davide Bernaro alle percussioni e Gabriele Mirabassi al clarinetto ad impreziosire de arricchire di colore i vari brani. Durante l’ascolto si ripercorre il viaggio di andata e ritorno compiuto da Villa-Lobos tra il Brasile e l’Europa, attraverso un rigoroso lavoro sugli arrangiamenti che esaltano la caratteristica principale dell’opera del maestro brasiliano ovvero l’incrocio tra colto e popolare con choro, carambola e mazurke ad incontrare il linguaggio classico. Ad aprire il disco è “Bachianas Brasileras no.2 (Trenzinho do Caipira)”, brano del 1930 presentato in prima assoluta nel 1938 a Venezia, nel quale Villa-Lobos declina la musica brasiliana nello stile compositivo classico di Bach e descrive i viaggi in treno attraverso le zone interne del Brasile. Il superbo arrangiamento di firmato da Gabriele Zanchini, arricchito al testo scritto nel 1975 dal poeta Ferreira Guillar, vede il pianoforte e percussioni incorniciare la magistrale prova vocale di Cristina Renzetti. Si prosegue con la malinconia introspettiva di “Cirandette (Emilio Galante)”, liberamente ispirata alla “Ciranda no.7” di Villa-Lobos, con il flauto a guidare il crescendo fino all’ingresso della voce e del pianoforte. Se il solare divertissment “Bola e Meia” intreccia “Sartaneja” dalla Suite per voce e violino di Villa-Lobos con il testo ispirato alla “Peleja de Zé Pretinho com Manoel Riachao” di José Costa Leite, la successiva “Bachianas Brasileira no. 4” si snoda sinuosa dal tema strumentale di “Prelùdio”, passa per la poesia di “Cantiga do Caicò” per toccare nel finale “Dança”. L’invito alla danza di “Guia pratico 8” e “Suite Populaire Brasilienne no.1” ci schiudono le porte alla sequenza in cui brillano “Bachianas Brasileras no.5” e “Choro no.2” e che culmina in “Cançao do amor”, canzone tra le ultime composizioni scritte da Villa-Lobos. La trascinante “Guia Pràtico 8” ci accompagna verso il finale affidato a “Por toda minha vida” di “Antonio Carlos Jobim”, struggente ballata ispirata all’opera di Villa Lobos originariamente composta per soprano ed orchestra e qui riletta in modo superbo dalla voce intensa di Cristiana Renzetti. Insomma “Relendo Villa-Lobos” è un disco di assoluto pregio che illumina di nuova luce e fa risplendere la modernità dell’opera di Villa-Lobos.




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Doublesex
€9,00

Music by Emilio Galante, libretto by Antonia Sorce
Sonata Islands Trio, Eccher female choir conducted by Chiara Biondani

(Melologo Jazz per voce recitante, coro femminile e trio)
musica di Emilio Galante
testo di Antonia Sorce

IIl Tre contenuto nel Due. Così è. Da A e B discendono tre possibili combinazioni: A+A, B+B, A+B (ovvero: B+A che, in questo caso, è lo stesso). L’unione dei due tipi è l’unità, l’intero, la perfezione della sfera. Il tipo singolo invece è un tipo monco, privato della sua metà complementare. Nel Simposio, Platone affida ad Aristofane il racconto (tra l’umoristico e il surreale) di una perfetta, possente umanità primigenia di forma sferica e distinta in tre generi: dal Sole il maschio-maschio; dalla Terra la femmina-femmina; dalla Luna il maschio-femmina: androgino e perfetto. Tanto gagliarda e orgogliosa era questa umanità che Zeus decise di stroncarne la preoccupante ascesa verso l’Olimpo. Col fulmine dunque li dimezzò e i moncherini divennero chi uomo e chi donna. Fine della favola.
Da mitica perfezione ad anomalia genetica, il passo è lungo o breve quanto il passaggio dal mito alla storia o alla scienza. Antonia Sorce trae da Middlesex di Jeffey Eugenides un testo che trasuda umanità sofferente e, insieme, si riaggancia con forza al mito, da Platone fino alla tormentata Cassandra omerica. L’odissea di Calliope Stephanides narrata da Eugenides, si converte qui nell’itinerario di Sandra che – discesa da Cassandra, la nonna – scoprì, tardi, di essere Sandro. E che in cerca delle sue radici, da Nashville, e poi da New York, approda infine a un’altra terra, anch’essa densa di miti e archetipi: Sicilia, Palermo, Vucciria.
Emilio Galante avvolge con la sua musica questo testo in bilico fra sogno, confessione e invettiva urlata, innescando a sua volta un vero e proprio maelstrom di ermafroditismo, sorta di drammaturgia androgina, dove la lingua italiana e l’inglese, la voce e le voci, i ritmi e le melopee, i colori e la gestualità improvvisativa svelano la loro vicendevole complementarietà in modi del tutto altri, concettualmente più sottili rispetto a certe ovvietà evocative e descrittive della musica melodrammatica o a programma. Alla temperatura ora torrida ora sussurrata della voce narrante di Sandra/Sandro, corrisponde la vocalità algida e anglofona, spesso sintatticamente destrutturata, del coro femminile. Alle voci si accoppia quindi la trasparenza ibrida e cangiante di vibrafono, flauto e contrabbasso. È una trasparenza lieve, iterativa, indifferente o quasi, stando al senso tradizionale che si assegna alla categoria dell’espressività. È piuttosto nel suo codice costitutivo, nel suo dna che questa musica si identifica con la vicenda, e dove i tre strumenti acquistano un rilievo particolare e simbolico: contrabbasso quasi emblema di corporeità, il metallo risonante del vibrafono icona dell’onirico; e il flauto traccia, forse, o memoria del mito ancestrale. Strumenti che spesso si tuffano e si liberano in un fantasticare improvvisativo fascinoso, dalla sensualità lieve, guizzante e luminosa. Evocazione e insieme metamorfosi di un immaginario jazz che da tempo è evaso ormai dai suoi recinti, scoprendo in sé altre identità, altri nessi, altre sensibilità. Musica, senza scomodare Wagner, anch’essa androgina e che, in forma di ossimoro, imprime a questo melologo un suo particolarissimo crisma di dolcezza e di violenza, di etereo e di carnale, inscindibilmente fusi.
(Giordano Montecchi)

released June 16, 2016
voce recitante: Mara Pieri
Sonata Islands Trio: Emilio Galante, flauto / Andrea Dulbecco, vibrafono / Salvatore Maiore, contrabbasso
Ensemble vocale Celestino Eccher diretto da Chiara Biondani:
Iris Pancheri / Elisa Deromedis / Cristina Martini / Rosanna Vit / Maddalena Barbi / Veronica Maistrelli / Giuditta Clauser / Erika Maistrelli

rec & mixed december 2015 - april 2016 at studio Metrorec, Riva del Garda TR (Italy)
produced by Trentino Jazz e Sonata Islands

2016 a simple lunch production
artwork by Enzo Patti

live demo on youtube


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Nippon Eldorado Kabarett Felmay 2018
€9,00
In Giappone (Nippon) le avanguardie musicali avant-rock si affermano all'inizio degli anni '80, per proseguire con fulgore anche negli anni ’90.
Questo progetto vuole dar luce a questo repertorio ancora nascosto (Eldorado), pieno di suggestioni melodiche e stilistiche spesso dotate di sottile ironia e grande solarità. Il tutto condito da un atteggiamento quasi esistenzialista e disincantato (Kabarett), tipico anch'esso delle esibizioni dei gruppi nipponici in questo ambito. SONATA ISLANDS è un quintetto di eccezione che padroneggia alla perfezione questo insolito repertorio regalando magia e gioa al tempo stesso.
In Giappone (Nippon) le avanguardie musicali in ambito non classico e non prettamente jazzistico cominciano ad affermarsi intorno all'inizio degli anni '80, per proseguire con fulgore nel decennio successivo, sconfinando con decisione nel terzo millennio. E' a partire da quegli anni che i voracissimi giapponesi riescono ad avere un accesso sempre più completo rispetto a ciò che accade in Occidente, cominciando a rivisitare i numerosi stimoli "esterni" attraverso una personalissima estetica. Personale perché insulare, quindi "isolata", proveniente da un Paese mai invaso da nessun altro popolo per secoli e secoli, dove però gli artisti, soprattutto a partire dall'immediato dopoguerra, avevano già dato prova di assimilazione, sintesi e restituzione delle tendenze europee prima, e americane poi.
Questo progetto vuole dar luce a un repertorio in Italia ancora nascosto (Eldorado), pieno di suggestioni melodiche e stilistiche anche piuttosto immediate, spesso dotate di sottile ironia e grande solarità.
Si chiama SONATA ISLANDS il quintetto d'eccezione fondato da Emilio Galante composto da due noti compositori di estrazione classica (Emilio Galante al flauto ed elettronica e Giovanni Venosta alle tastiere), coadiuvato da uno dei più eclettici chitarristi italiani (Alberto Turra) e da una ritmica tellurica (William Nicastro al basso e Sergio Quagliarella alla batteria). Ospite e vera guest star del quintetto è Sarah Stride, una delle voci più interessanti e versatili del recente panorama rock italiano, che per l'occasione si cimenta con interpretazioni in idioma originale, fondendo sonorità attuali con il canto tradizionale del Paese del Sol Levante, il tutto condito da un atteggiamento quasi esistenzialista e disincantato (Kabarett), tipico anch'esso delle esibizioni dei gruppi nipponici in questo ambito.
Vengono proposti brani degli After Dinner di Haco, di Kiyohiko Senba & the Haniwa All Stars, e dei Wha Ha Ha (con Mishio Ogawa), alcuni di essi dedicati a elaborazioni di repertorio Chindon'ya, ovvero alla musica dei musicisti di strada, nata verso la fine del XIX secolo a Osaka. Nel cd vengono presentati brani tratti da un repertorio che si colloca grosso modo negli anni '80 e ’90.

Sarah Stride : voce
Giovanni Venosta : tastiere, voce, trascrizioni e arrangiamenti
Emilio Galante : flauto, ottavino e elettronica
Alberto Turra : chitarra elettrica
William Nicastro : basso elettrico
Sergio Quagliarella : batteria e percussioni


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Sonata Islands goes RIO - AltRock 2016
€9,00

RIO (rock in opposition) transcribed for acoustic quartet (flute bass clarinet, violin, cello)
works by Fred Frith, Univers Zero and original compositions

Fred Frith    Norrgarden Nyvla (trascrizione di Giovanni Venosta)     03.03
Fred Frith Hands of the Juggler  (trascrizione di Giovanni Venosta)    04.46
Fred Frith       Snake Eating Its Tail (trascrizione di Mauro Pedron)    01.44
Emilio Galante    Rethinking Plague (ispirato a Love di Mike Johnson)    03.51
Daniele Denis/Univers Zero         Presage (trascrizione di Giovanni Venosta)    10.25
Massimo Giuntoli    Land Arf    06.21
Francesco Zago  Brachilogia     03.06
Emilio Galante   Distillando     04.21
Tiziano Popoli Crossroads     04.37
Stefano Zorzanello Luoghi che aspettano    08.06
total time    50.20

Emilio Galante    flute, piccolo
Valerio Cipollone, bass clarinet, clarinet
Andrea pecolo    violin
Bianca Fervidi cello

Sulla parete a destra del mio letto tuttora campeggia il manifesto originale con il programma della rassegna di “Rock in Opposition”, di passaggio al Teatro dell’Elfo a Milano nel 1979. Una sorta di memento audere semper della musica che avrei continuato ad ascoltare con devozione per i successivi trentatré anni e che non mi sono ancora stancato di seguire. Avevo diciotto anni, ero studente del Conservatorio e naturalmente al verde, anche perché spendevo sistematicamente tutta la mia “paghetta” settimanale in dischi. Nonostante il biglietto costasse “solo” duemila lire per ogni ingresso, avevo quindi la possibilità di scegliere solo due tra tutti i concerti del meraviglioso “gruppo dei sette”: Etron Fou Leloublan, Aksak Maboul, Art Bears, Art Zoyd III, Samla Mammas Manna, Univers Zero e Stormy Six… una vera “scelta di Sophie”, mannaggia… Un po’ alla disperata, alla fine optai per Etron Fou (che avevo già visto e dei quali apprezzavo molto la spregiudicatezza patafisica) e Art Zoyd (non li conoscevo affatto, ma mi incuriosiva parecchio un ensemble con tre archi elettrici e tromba), anche se negli anni a seguire i miei preferiti sarebbero poi diventati soprattutto Art Bears e Univers Zero. Ricordo ancora l’impressione che ebbe un mio carissimo amico violinista, il quale rimase piuttosto infastidito dalla ruvidezza del suono di Gérard Hourbette. Inutile dire che io invece ne rimasi rapito… Chi avrebbe immaginato che di lì a poco la Recommended Records dell’incommensurabile Chris Cutler avrebbe concesso l’onore di più pubblicazioni ai miei lavori in coppia prima con Roberto Musci e successivamente con Massimo Mariani. E che ancora molti anni più tardi avrei addirittura trascritto due composizioni di Fred Frith e una di Daniel Denis per Sonata Islands! Personalmente ritengo che uno degli aspetti più appaganti di quest’ultima apparizione è l’essere in così onorevole compagnia. Desta una certa ammirazione constatare la qualità e la varietà creativa anche delle composizioni originali che, come tratto comune distintivo, manifestano l’evidente affetto per la “Roccia In Opposizione” da parte di tutti i compositori coinvolti. Mentre si ascolta questa raccolta, oltre a trovare un’altra trascrizione del Frith più recente da parte di Mauro Pedron, ecco che le lettere che formano il nome dell’ensemble fondato da Emilio Galante si ricompongono in “Dissonant Alas” per le “brachilogie” di Francesco Zago, per poi riapparire sotto forma di “Assonant Dials” per il brano di Massimo Giuntoli (che qui compare anche in veste di pianista). Si prosegue divertiti nel gustare il “tango” di Tiziano Popoli per poi soffermarsi nei “luoghi” di Stefano Zorzanello di julverniana memoria. Infine i due brani di Galante stesso, che si palesa attraverso un amoroso tributo ai Thinking Plague e con Distillando, delicato ma vagamente sinistro, come si conviene al puro stile RIO.
Infine due parole per Marcello Marinone, in omaggio alla sua donchisciottesca testardaggine nel tener viva una collana discografica di così alto livello in tempi così difficili, specie per la sopravvivenza della musica cosiddetta “altra”.

Giovanni Venosta, Milano, 26 marzo 2012

At the right side of my bed, on the wall, still stands out the original poster of the “Rock in Opposition” programme, passing in Milan at Teatro dell’Elfo in 1979. A sort of musical memento audere sempre (“remember to dare always”) which I would have listened with devotion for the next thirty-three years and I haven’t got tired of following yet. I was eighteen, I was a student at the conservatory and, of course, dead broke, even because I sistematically spent all my “allowance” for records. Even if the cost of the ticket was “just” two thousand liras for each gig, I could choose two of the concerts of the wonderful “group of seven”: Etron Fou Leloublan, Aksak Maboul, Art Bears, Art Zoyd III, Samla Mammas Manna, Univers Zero and Stormy Six… an actual “Sophie’s choice”, damn… Finally I opted for Etron Fou (I saw them yet, and I liked very much their pataphysical open-mindedness) and Art Zoyd (I didn’t know them at all, but I was really curious about an ensemble with three electric strings and trumpet), though in the following years Art Bears and Univers Zero in particular would have become my favourite ones. I still remember the impression from a great friend of mine, a violin player, who got a little bit annoyed by Gérard Hourbette’s rough sound. Useless to say that I was spellbound instead… Who could have imagined that after some time Recommended Records and the great Chris Cutler would have given me the honour of various releases, first with Roberto Musci and then with Massimo Mariani. And that many years later I would have even transcribed two compositions by Fred Frith and one by Daniel Denis for Sonata Islands! Personally I think that one of the most fulfilling feature of this project is the fact of being in such an honorable company. The quality and the creative variety of the original compositions are praiseworthy too. As a common and distinctive feature, all the composers openly show their love for “Rock in Opposition”. If you listen to this compilation, you can also find another more recent Frith’s transcription by Mauro Pedron; if you shuffle the name letters of the ensemble established by Emilio Galante, you can rewrite it as “Dissonant Alas” for the “brachilogie” by Francesco Zago, then they reappear as “Assonant Dials” in Massimo Giuntoli’s piece (here Giuntoli plays the piano too). So we go on enjoying the cheerful “tango” by Tiziano Popoli, then lingering over Stefano Zorzanello’s “places”, reminding Julverne’s sonorities. Finally, two pieces by Galante: a loving tribute to Thinking Plague, and Distillando, delicate but vaguely grim, so typical of the most authentic RIO style.
Last but not least, I’d like to pay homage to Marcello Marinone, for his quixotic stubborness to keep alive such a good record label in so difficult days, particularly for the survival of the so-called “other” music.

Giovanni Venosta, Milan, March 26th 2012

Reviews

progsphere
all music
the rocktologist
progulator
psychemusic
camelotclubprog
progbasil

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€9,00
Canti Alpini 2015
Emilio Galante flute/Fiorenzo Zeni sax/ Giuliano Cramerotti
guitar Enrico Merlin guitar/Stefano Colpi double bass/ Filip Milenkovic
drums, Stefano Colpi, Emilio Galante and Enrico Merlin

Rewriting of some well known chants from the Alps mountains, originally written for male choir: La Montanara, La vien giù dalle montagne, Monte Canino, Il Testamento del Capitano, La Madonina, Fiori de Cristal, La Pastora, Canto del Minatore etc.
Il progetto ideato due anni fa come produzione regionale simbolo della solidarietà artistica che corre nella rete di festivals TrentinoInJazz è dedicato all'elaborazione jazzistica di canti di montagna, vero patrimonio melodico del Trentino,ll progetto ideato due anni fa come produzione regionale simbolo della solidarietà artistica che corre nella rete di festivals TrentinoInJazz è dedicato all'elaborazione jazzistica di canti di montagna, vero patrimonio melodico del Trentino, che funziona nell'immaginario dell'ascolto come uno standard. Per i musicisti nord-americani gli standard sono le canzoni dei musical, fatte di materiale melodico che risiede inconsciamente nella memoria uditiva di ogni nativo - perché passato ininterrottamente per decenni sulle reti dei media. Su queste melodie generazioni di jazzisti hanno costruito le loro elaborazioni e le loro improvvisazioni. Il patrimonio melodico di un nativo italiano è ovviamente diverso da quello di un americano - è fatto di arie del melodramma, canzoni della tradizione popolare e almeno nel nord di canti di montagna.



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Sciare di Fuoco  BMG/Ricordi 1999
€9,00
Uscito per l'etichetta "Ai Confini ed oltre" della BMG-Ricordi, è uno dei primi tentativi di una multinazionale di produrre in Italia musica nuova italiana, voluto dal suo ideatore, Luciano Rebeggiani.
L'ispirazione esotica è costituita dalle isole del Mediterraneo, sopratutto dalla Sicilia e da Stromboli. Iddu, lui, è proprio il vulcano, che inquietante governa la vita degli umani. Dalla Sciara scende la lava, il fuoco. Questi i titoli dei pezzi, che da soli parlano del mio viaggio, più interiore che reale: Ciaccona dell'Ogliastra, Sciara di Fuoco, Fiumefreddo, La Cuba, Iddu, Al Cassaro, Scirocco, Alcantàra, Variazioni d'acqua II, Settembre, Babbìo di Piscità.
Ho scritto queste musiche per un ottetto, Sonata Islands: oltre a me al flauto c'è Fabio Righetti, oboe e corno inglese,
Enrico Gabrielli, clarinetto e clarinetto basso, Cesare Picco, pianoforte, Andrea Pecolo, violino, Ilona Balint, viola, Bianca Fervidi, violoncello e Tito Mangialajo Rantzer, contrabbasso.

In january 1999 the label BMG-Ricordi published my CD "Sciara di Fuoco", with the ensemble "Sonata Islands". The pieces are inspired by southern islands (Sicily and Sardinia), mostly by the island of Stromboli, where a volcano is still active and people call him Iddu that means "him". The title of the cd, "Sciara di Fuoco", has to do with the volcano life, and means "the way of the fire", the way of the lava coming from the mountain to the sea. Anyway my music is written with an emotional rather than a particular ethnic inflexion.
The musicians are myself on the flute, Fabio Righetti on the english horn, Enrico Gabrielli on the clarinet, Andrea Pecolo on the violin, Ilona Balint on the viola, Bianca Fervidi on the cello, Cesare Picco on the piano and Tito Mangialaio on the double bass


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Doppio Sogno Scatola Sonora 1996
€9,00
Il flauto dell'autore duetta con nove diversi interpreti, la chitarra di Walter Zanetti, il clarinetto di Mauro Pedron, il pianoforte di Michele Fedrigotti, il vibrafono di Andrea Dulbecco, la voce poetica di Alessandra Berardi, la batteria di Carlo Boccadoro, il flauto dolce di Mario Vitale, il sax soprano di Tino Tracanna, l'orchestra d'archi degli Armonici. Con l'elettronica che interagisce in variabile maniera, dall'assenza nei duetti con pianoforte e chitarra, alla presenza insostituibile in quello con il clarinetto. Ma la doppietà del titolo corrisponde anche all'incapacità dell'autore di scegliere fra scrittura e improvvisazione, fra musica colta e jazz, nella ricerca di un nuovo territorio musicale dove finalmente i vari linguaggi si incontrino, dimentichi della ghettizzazione dei generi.
Questi i titoli:
1) Foggy Frames for guitar, flute and bass flute

2) All tan - Fantasy One for clarinet, flute and live electronics
3) A nord di nord-ovest for piano and flute
4) In winter go south for vibes, flute and live electronics

5) Rhymes with rooms: Stanze per una casa for poetical voice, bass flute and live electronics
6) Electric Giano for drums, flute and live electronics

7) Cap a l'Artic for recorder, flute and live electronics

8) Double dream for sax soprano and bass flute

9) Capodanno a Palermo for strings, flute and live electronics

In "Linea d'ombra" il flauto dialogava con se stesso e con il live electronics, ora si aggiunge un commensale. Il titolo allude ad una doppietà che in primo luogo corrisponde alla forma del duetto.

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33° Festival di musica Contemporanea Bolzano - Stile libero 2007
€9,00
Emilio Galante flute - Andrea Dindo piano - Stefano Guarino cello

Emilio Galante Three Friends

Lorenzo Ferrero Fantasy Suite
1)The Ice Wall
2) The Underground Gnomes
3)The Dark Lady
4)The Blood-stained knights
5) The Lonely Princess
6) The Harpies
7)The Flying Drakes

Carlo Boccadoro Venus de Milo

Hubert Stuppner Sonata a tre “Le Roi s’amuse” (first performance)
I Intrada
II La Chasse
III Canzona
IV Courente

Andrea Chenna Fantasia sui temi del Signor Frank Zappa




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Larjines  Stile libero 2003
€9,00
Poem ladin de Stefen Dell’Antonio Monech
Cor Quadrivium diretor Luigi Azzolini
Emilio Galante flaut, flaut bas, live electronics e campionator

1) Prologo 2) Pomoncins  3)Festuch  4) Aisciuda/Rue Petion 5) Ciufagna 6)Fior de la sita
7) Nègherles e reses 8) Azola/Sangon 9) Negherà da mont/Uton 10) Ardon
11) Steila da Mont 12) Formella 13) Steila da neif

Anna Pellizzari sopran
Marco Petrolli contratenor
Paolo Deanesi bas
Andrea Dulbecco vibrafon e percusions
Stefano Menato sax aut
Tout sù da Marco Lincetto ai 8 de aost 2002 te la sala de la musega de Palaz de’ Pizzini, de la fondazion W. A. Mozart de' Pizzini von Hochenbrunn, a Ala.
Tai e missaje de Matteo Costa, Pèdua, otober 2002 – jené 2003.


"Larjines" è il titolo di una vasta composizione con musiche di Emilio Galante e testo di Stefano Dellantonio, in ladino. Il testo è stato scritto
appositamente, quasi libretto di un'opera nuova: musica e parole si sono seguite e hanno modificato l'un l'altra durante l'atto creativo.
La lingua ladina vive in quest'opera come lingua viva, capace di ricrearsi
continuamente. L'ispirazione viene dai fiori e dalle stagioni della valle di
Fassa: la scrittura musicale non risente dell'influenza del popolare ma è piuttosto compiuta espressione della poetica dell’autore, che trova in quest’opera la sua creazione fino ad ora più significativa.
La forma è quella di un ciclo liederistico per coro, con rari momenti narrativi e prevalente tono lirico. La musica si è lasciata influenzare, per cercare la massima articolazione espressiva, da numerose forme della tradizione, dall’hoquetus e il motetus medievali, all’aria barocca.
La produzione tutta è consapevolmente intrapresa con forze trentine, quasi a voler provare una potenzialità creativa autoctona ed insieme la forza espressiva di una lingua regionale, profondamente legata alla cultura alpina.


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Amer volesse Stile libero 2006
€9,00
works by Emilio Galante
for soprano, flute, electric and acoustic guitar
La tousa sul ciar dal fegn
Amer volesse
Nia m’è restà
Le strie del Latemar
Aagar

"La tousa sul ciar dal Fegn" e "Le strie del Latemar" nascono da due favole registrate da cantastorie, le cui performance sono conservate nell'archivio sonoro dell'Istitut Cultural Ladin, con parole che vengono riprese, sintetizzate e poi mescolate alle frustate sonore del flauto e della chitarra elettrica. Risultato: scudisciante!
"Amer volesse" è un ciclo di lieder su testi d'amore del poeta-pittore Claus Soraperra, presente oltre che sulla copertina con un suo lavoro anche nelle vesti di narratore in "Nia m'è restà". Lo stile mittel-europeo e il ritmo vivace di testi a dir poco esuberanti, nonché il carattere corrosivo e percussivo della lingua, si riversano come un fiume in piena nella tonante interpretazione della soprano Patrizia Polia. Chiude un lungo "Aagar," favola con disegni di bambini riprodotti in file pdf edito anch'esso nel CD, in cui il flauto di Galante e la voce del narratore vengono amalgamati creando suggestivi ambienti sonori che fanno da sfondo ad una narrazione antica.
Patrizia Pola (soprano); Emilio Galante (flauto); Waltern Zanetti (chitarra elettrica e acustica); Fulvio Liviabella (violino); Federica Sainaghi (arpa); Fabio Chiocchetti e Claus Sorapenna (narratore)




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A+B  Radio SNJ 2010
€9,00
Sonata Islands featuring Tino Tracanna in a mix of classical and jazz music

Tino Tracanna sax soprano, sax tenore
Emilio Galante flauto basso, flauto
Guido Bombardieri sax contralto, clarinetto
Beppe Caruso trombone, conchiglie
Tito Mangialajo Rantzer contrabbasso
Stefano Bertoli batteria

Tino Tracanna             New mind lines
Guido Bombardieri     Etno song
Emilio Galante            Fibonacci Follia
Tino Tracanna             Pow how
Emilio Galante            Nodo alla gola
Tino Tracanna             Like Cab
Tino Tracanna             Triad
Emilio Galante            Keep your eyes up
Tino Tracanna             Il mercato dei pazzi"Like Cab"


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High Society Radio SNJ 2011
Giovanni Falzone tromba
Emilio Galante flauto
Guido Bombardieri sax
Simone Zanchini fisarmonica
Tito Mangialajo Rantzer contrabbasso
Stefano Bertoli batteria

1. Simone Zanchini "Ciò" la puntina che mi salta
2. Emilio Galante A Love lorn Tongue
Hubert Stuppner High Society
3. I. Marsch
4. II. Blues
5. III. Foxtrott
6. Giovanni Falzone Machine-Man
7. Giovanni Falzone Sonata Island
8. Giovanni Falzone Cromatica Altitudine



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Torre Aquila Improvvisatore involontario 2009
€9,00
Markus Stockhausen tromba e filicorno
Emilio Galante flauto e composizione
Ensemble Sonata Islands diretto da Andrea Dindo
Video di Fabrizio Varesco
Torre Aquila è una composizione in quattro movimenti, le quattro stagioni illustrate
dai magistrali affreschi del Castello del Buonconsiglio. Per restituire
il fascino dell’invenzione medievale ho chiesto un libretto in italiano
a Giuseppe Calliari, ispirato a quelle immagini, ho usato alcune poesie
in ladino dalle "Usanzes e Lurgeres da Zacan"
di Simon de Giulio, ritenendo il ladino lingua ideale per rievocare
quei riti stagionali, ed ho citato alcune precisissime descrizioni
tecniche da "Il lavoro dell’uomo nel ciclo dei Mesi di Torre Aquila" di
Giuseppe Sebesta. I video intrecciati da Fabrizio Varesco sulle
immagini della torre, sono da me controllati via midi dal palcoscenico,
per ottenere un background iconico sincronizzato con i tempi della
performance.
Live recording - Teatro Dal Verme, Milano 2008





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Linea d'ombra 1993 - Scatola Sonora
€9,00
I mari del sud non c'entrano affatto. C'entra Salgari, piuttosto, e
l'affaire dell'esotismo. La suggestione della linea d'ombra conradiana
chiama alla memoria, insieme, la dimensione del viaggio e
quella,interiore, del percorso dell'apprendistato adolescente verso i
segni della maturità compiuto dal personaggio di Conrad.
Un musicista di formazione culta si muove tra gli umori della new age e
l'artigianato alto d'accademia, tra la scena scaligera e il minimal, il
jazz; gioca coi flauti e coniuga il loro respiro con l'elettronica.
Compie un itinerario d'invenzione, e si fa condurre dalla fascinazione
esotistica che i territori della musica d'oggi e la lingua del jazz
esercitano su una curiosità mobilissima.
Esotico è ciò che proviene da luoghi stranieri, diversità che assume senso nel
confronto dei codici altri (i nostri); restituisce a chi ne provi
l'emozione, un'immagine più vera della propria identità. Come accade a
più di un percorso creativo, questo è un viaggio alle origini, verso
l'improvvisazione vissuta come strumento compositivo e verso una sottile
anarchia. C'entra Salgari perché non c'entra la filologia, la
'ricostruzione', perché anche in Nada, che pure trasforma il tanpura
della musica classica indiana negli armonici dei sintetizzatori, e che
trattiene l'impronta chiara del gamelan giavanese, nulla muove al
'rispetto' dei materiali d'origine né d'altra parte al ricalco di
stile. Appunto perché esotista, questa impertinenza è avida e
irrispettosa delle maniere e delle attitudini di stile cui si rivolge:
le assume, le fa lievitare nella fantasia e le trasfigura, con uno
spiccato, edonistico piacere per il suono.
(Roberto Verti)
1    Vertigo   
2    Topazio   
3    Nada   
4    Melanconia 1   
5    Balene Nel Porto Di Tangeri   
6    Khyal   
7    Melanconia 2 In Memoriam Jimi Hendrex   
8    Abschied : Fur Claudia